CRASH TEST (2023)

1. Berlinese
2. Bianca
3. Lato passeggero
4. Così tardi
5. Molto prima
6. Amo
7. Senza parlare
8. Siccità
CANCELLATURE (2021)

1. Cancellature
2. Geometrica
3. Lettera dalla Cina
4. Preambolo
Io sottointeso
Io so chi sono finché non me ne occupo
Oscillo fra due estremità
Magnetiche polarità
Io sottointeso
Non so chi sono da quando me ne occupo
La verità è una porta chiusa
Quella accanto sempre aperta è la bugia
E fa il male che fa, il male che fa
Se basta un filo di luce
Spiragli e fessure mi accecano
Se basta un filo di fumo
Questioni al consumo da dibattere
È il gas tossico, gas tossico
Guardo da lontano
Sembra pieno di parole
Guardo da vicino
Sono cancellature
Il diavolo si nutre dell’energia che sprechiamo
Ad ungere il piano inclinato su cui scivoliamo
È famelico e se la ride
Guardo da lontano
Sembra pieno di parole
Guardo da vicino
Sono cancellature
Il punto di vista del punto
Che pensa di essere uno
In mezzo ai punti e non si pensa linea
La linea di pensiero della linea
Che pensa di essere sola
Mentre intorno avanzano distese
Piano
Lasciarsi indietro
Voltarsi ed accettare
Di essere qualcosa
Da superare
Il piano d’azione del piano
Che non ha occhi sopra né sotto
Mentre sale scende si fa spazio
Lasciarsi indietro
Voltarsi ed accettare
Di essere qualcosa
Da superare
Dal Fiume Giallo il vento corre
Ruba il rosa ai peschi
Spogli come me
E come l’erba anch’io mi piego
Stelo delicato
Avido di pioggia
Alzo gli occhi al cielo che tace
Quanti germogli
Che non giungono a fiorire
Che sarà mai una resa in più
Ma i viandanti a cui non bastano le forze
Cedono lungo la strada
Mica prima di partire
Ma se non so migliorarmi
Come potrò mai esserti d’aiuto
E se non so correggermi
Come potrò mai esserti d’aiuto
In marzo lo Shandong
Dipinge peonie rosse
Come il quadro di Monet
E il pittore non dimentica
Che la stesura del colore
Avviene grazie all’esistenza del fondo
Ma se non so migliorarmi
Come potrò mai esserti d’aiuto
E se non so correggermi
Come potrò mai esserti d’aiuto
L’assenza di suono precede il silenzio
Castello di carte che sfidano il vento
Buio in sala
Il sipario si muove
L’assenza di suono precede il silenzio
Sul ciglio a strapiombo d’istinto mi tengo
Buio in sala
Luce sul palco vuoto
Come puntina che sfiora il vinile
Si oppone il pensiero frequenza sottile
Difendermi dal contrario del tuono
È il limite
Difendermi ora è il limite
È inutile
Difendermi ora è inutile
Il tuo corpo nudo
Accende l’immaginazione
Butto via dal naso
Condensa in Hermannplatz
Testa bassa neve sporca
Dentro ad una bolla
Fuori come va?
Vi incrocio lungo i viali
Sembrate tutti fuori
Nascosti dalle sciarpe
Sguardo basso ci ignoriamo
Non ci riconosciamo
Alzo la testa solo per prendere ossigeno e tornare giù
Se alzo la testa è solo per prendere ossigeno e tornare giù
Splende il sole del mattino
Sopra le nubi di Berlino
Non se ne accorge nessuno
Fumo nei polmoni
Caffè nel bicchiere di carta
Ingoio per inerzia
Suoni ovattati
Telefoni in mano
Non ci riconosciamo
Alzo la testa solo per prendere ossigeno e tornare giù
Se alzo la testa è solo per prendere ossigeno e tornare giù
Splende il sole del mattino
Sopra le nubi di Berlino
Non se ne accorge nessuno
Bianca ha un’auto bianca come tutti quanti
Segue l’auto bianca che ha davanti
Bianca sogna di essere libera
Non vuole far la fine di una pecora
Bianca non ci aiuterà invecchiare
Ci scorresse il vino nelle vene!
Il tempo non si spreca
Come non sprecarlo chi lo sa
Bianca crede di essere un aeroplano
Apre le sue ali di lana
E se ne vola via è già lontana… Bianca!!
Appuntamento al mattatoio
Bianca non ci aiuterà invecchiare
Ci scorresse il vino nelle vene!
Il tempo non si spreca
Come non sprecarlo chi lo sa
Bianca ha un’auto bianca come tutti quanti
Segue l’auto bianca che ha davanti
Bianca non ci aiuterà invecchiare
Ci scorresse il vino nelle vene!
Il tempo non si spreca
Come non sprecarlo chi lo sa
Segnali lampeggianti
Visibilità limitata
Dove corri?
Possibili sbandamenti prestare attenzione
Andata ritorno inversione riparto
Fuori segna 40 gradi sembra sciogliersi l’asfalto
Rincorrere o scappare scorciatoie da sfruttare per non arrivare
Guido lato passeggero perdo il controllo di me
Faire attention! Frein!
Preparo l’ennesimo schianto
Dopo la botta l’ostinazione
Strada dissestata
Dove corri?
Possibili sbandamenti prestare attenzione
Andata ritorno riparto
Sull’asfalto che cuoce
Miraggi rifrazione della luce
Ricordi assuefazioni abitudini ripetizioni
Piacere presunto tale
Vernice rossa goccia nell’acqua l’effetto che fa
Guido lato passeggero perdo il controllo di me
Faire attention! Frein!
Preparo l’ennesimo schianto
Andata ritorno riparto
Sull’asfalto che cuoce
Miraggi rifrazione della luce
Ricordi assuefazioni abitudini ripetizioni
Guido lato passeggero perdo il controllo di me
Faire attention! Frein!
Preparo l’ennesimo schianto
E così ti fai attendere non arrivi
Non sto in piedi là fuori è così tardi
Tutto ha bisogno di te
Le pozze di pioggia di ieri
I manifesti elettorali
Acab 1312
Semafori arancio intermittente
Non arriverai
Se vieni vienimi a svegliare
Se vieni vienimi a svegliare
Vienimi a svegliare
Prendo la giacca
Nel dormiveglia
Prendo la giacca
E ti vengo a cercare
Il pavimento è freddo
È come l’assenza
Brucia sulla pelle
Nel silenzio del mattino
Sento l’ascensore che risale
Se vieni vienimi a svegliare
Se vieni vienimi a svegliare
Vienimi a svegliare è così tardi
Prendo la giacca
Nel dormiveglia
Prendo la giacca
E ti vengo a cercare
Fumava a cavalcioni sui cavi dell’alta tensione
Sopra le case della gente
Non vuol dire niente la gente non esiste è un’approssimazione
Si sentiva come da bambino
Quando perdeva i sensi e cadeva dalla sedia
Mentre crollavano ponti sognava apocalissi in stile holliwoodiano
Sapeva spingersi in alto godere della vista
E lasciarsi cadere, lasciarsi cadere, lasciarsi cadere
Era cresciuto un passo avanti forse indietro un passo fuori
In mezzo ai rumori scovava il silenzio come un ricordo
Immune al corso del tempo
E se non fosse, se non fosse stato così
Sarebbe morto prima, molto prima, morto prima, molto prima
Era cresciuto un passo avanti forse indietro
Un passo fuori in mezzo ai rumori
E non aveva cambiato direzione
Sapeva mostrarsi per quello che era
Solo da fare invidia solo da fare pena
E se non fosse, se non fosse stato così
Sarebbe morto prima, molto prima, morto prima, molto prima
Vengo in pace
Porto panico sottile
Conti in disordine
Isteria a tratti
Raggi sul soffitto dal lampadario
TV accesa senza volume
E sto così sto così senza parlare sto così tanto senza parlare
Adoro novembre le giornate corte
Dalla finestra Bologna
L’odore di pioggia che entra dalle fessure
E sto così senza parlare sto così tanto senza parlare
Il freddo che porti
Rimane sui muri
Quando te ne vai
Io non esco mai
Resto chiuso dentro
Sono chiuso dentro
Il freddo che porti
Ogni volta che torni
Resta sui muri
Quando te ne vai
Io non esco mai
Resto chiuso dentro
Sono chiuso dentro
Giorni che passano cose lasciate in giro
Sul divano il posacenere rovesciato ancora da pulire
E sto così senza parlare sto così bene senza parlare
Il freddo che porti
Rimane sui muri
Quando te ne vai
Io non esco mai
Resto chiuso dentro
Sono chiuso dentro
Il freddo che porti
Ogni volta che torni
Resta sui muri
Quando te ne vai
Io non esco mai
Resto chiuso dentro
Sono chiuso dentro
So che vieni da lontano
Io non so da dove vengo
Un chiaroscuro e poi il sopravvento
Dell’umore passeggero
Del pensiero del momento
Di quanti eravamo non c’era nessuno
Si rideva di niente a voce alta
Si prendeva parola una sopra l’altra
Di quanti eravamo non c’era nessuno
Sul tavolo i bicchieri si muovevano da soli
Cambiano i tempi ma in fondo rimangono
I pesi e non so come fare a evitare
Di farmi del male e di farmelo fare
Due specchi a duello io e te non credi?
C’è un’altra lista, un altro ballo, un’altra storia per me
C’è un altro giro, un nuovo gioco a cui giocare in società,
Ma ormai è troppo tempo
Che non mi fido di noi
Seguirò l’istinto che mi porta via da questa siccità
Lascio in dono ai fiori sul balcone l’irrigazione automatica
E raggiungo quel binario
Che mi condurrà in orario dove pioverà
Come mi manchi ora
Ieri eri qui e non vedevo l’ora
Che te ne andassi
Che te ne andassi via
Cambiano i tempi ma in fondo rimangono
I pesi e non so come fare a evitare
Di farmi del male e di farmelo fare
Due specchi a duello io e te non credi?
C’è un’altra lista, un altro ballo, un’altra storia per me
C’è un altro giro, un nuovo gioco a cui giocare in società,
Ma ormai è troppo tempo
Che non mi fido di noi
Seguirò l’istinto che mi porta via da questa siccità
Lascio in dono ai fiori sul balcone l’irrigazione automatica
E raggiungo quel binario
Che mi condurrà in orario dove pioverà